Chi siamo

Il DST di Roma Sapienza nasce ufficialmente nel 1985, dall’unione fra l’Istituto di Geologia e Paleontologia, l’Istituto di Mineralogia e Petrografia e l’Istituto di Geochimica. Tuttavia, esso può essere considerato uno dei più antichi dipartimenti di Scienze della Terra italiani, in quanto le sue radici possono essere ricondotte all’istituzione delle cattedre di Mineralogia e Storia naturale e alla contemporanea nascita del Museo di Mineralogia e Storia naturale da parte di Papa Pio VII il 13 novembre del 1804.

Lo studio delle Scienze della Terra alla Sapienza ha visto il susseguirsi di eminenti scienziati tra i quali Gian Alberto Blanc, prima cattedra di geochimica in Italia (1928) e Federico Millosevich, prima cattedra di petrografia in Italia (1938). Sono anche da ricordare le figure di Ettore Onorato, a cui sono dovuti i primi studi sulla diffrazione dei raggi X su minerali (1926), di Felice Ippolito, fondatore della rivista “Le Scienze” (1968), e di Bruno Accordi, per i suoi studi sugli elefanti nani (1972).

Il DST è orgoglioso di ospitare le ricche collezioni degli storici Musei di Mineralogia, Geologia e Paleontologia.

 

 

Il palazzo del Dipartimento di Scienze della Terra (già Istituto di Mineralogia-Geologia-Paleontologia)
a cura della Prof.ssa Daniela Esposito, Facoltà di Architettura, Università Sapienza

 

Il progetto dell’edificio di Mineralogia-Geologia-Paleontologia fu presentato da Giovanni Michelucci nel settembre del 1932. I lavori furono aggiudicati e avviati nella primavera del 1933; alla fine di giugno, erano già state gettate le fondazioni e si procedette con la realizzazione della costruzione, in struttura portante a telaio in cemento armato, fino all’inaugurazione della Città universitaria nel 1935. Secondo l’impostazione del piano generale della sede universitaria romana di Marcello Piacentini, l’edificio costituisce, insieme all’opposto edificio di Matematica progettato da Giò Ponti, una delle due testate laterali della piazza dominata dal volume verticale del palazzo del rettorato. Il rivestimento delle facciate di entrambi gli edifici, in travertino, è funzionale al valore di decoro, imponenza e unità di volumi che prospettano sulla piazza. Nel progetto dell’edificio, Michelucci sembra infatti rinunciare ai modelli espressivi del funzionalismo organico presenti nella coeva Stazione di Santa Maria Novella di Firenze (progettata dallo stesso Michelucci), per un’adesione a canoni più tradizionali e schematici, in sintonia con il progetto composito della Città universitaria.

 


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Nel progetto originario, l’edificio di Mineralogia-Geologia-Paleontologia era caratterizzato dalla presenza dei due portali laterali affiancati da due sporgenze del prospetto, quasi come torri adiacenti ai portali. La soluzione realizzata presenta invece un fronte più semplificato e lineare, forse per congruenza con l’imponenza del fronte del rettorato, scandito dal ritmo delle aperture, simmetrico e speculare con i due podi laterali, accessibili tramite scalinate, sormontati da due alti portali dove sono situati gli accessi all’edificio. Il portale sinistro permette l’accesso alla sala conferenze, quello a destra ad alcuni ambienti in serie. Una cornice modanata delimita il profilo superiore della facciata; una triplice serie di aperture rettangolari e una superiore costituita da piccole aperture quadrangolari ad asola si distribuiscono, con ritmo ampio e regolare, nella parte centrale. L’asse centrale dell’intera facciata coincide con l’allineamento di una serie di aperture. Lo sviluppo planimetrico dell’edificio si articola, secondo un’impostazione esente da astrazioni figurative, in un corpo principale disposto intorno ad un cortile rettangolare e nel volume dei musei di Mineralogia e di Geologia, addossato sul fianco meridionale, collegato al principale da un corridoio che delimita un secondo cortile. Sul retro vi era un terzo cortile, occupato, dal 1962, dall’istituto di Geochimica. Nel 1939 la parte posteriore dell’edificio fu modificato dagli uffici tecnici dell’Università, il volume dei musei fu soprelevato di un piano e la galleria raddoppiata e anch’essa soprelevata.

 


Bibliografia sintetica di riferimento
Andrea Bruschi, Roma. Istituto di Mineralogia Geologia e Paleontologia. Città universitaria, Giovanni Michelucci 1933/35, in G. Strappa - G. Mercurio, Architettura moderna a Roma e nel Lazio 1920-1945. Atlante, Regione Lazio, Centro regionale per la documentazione dei Beni culturali e ambientali, Roma, Edilstampa, 1996, p. 197.
Claudia Conforti, Istituti di Mineralogia-Geologia-Paleontologia e Fisiologia generale-Psicologia-Antropologia della Città universitaria. Roma 1932-35, in C. Conforti, R. Duilio, M. Mirandola, Giovanni Michelucci 1891-1990, Milano, Electa, 2006, pp. 127-131 (con bibliografia).
1936-1985. La Sapienza nella Città universitaria, a cura di E. Guidoni e M. R. Sennato, Roma, 1985.
Alessandra Muntoni, Roma tra le due guerre 1919-1944, Roma, Kappa, 2010, pp. 87-126.

 

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