Del Mare

 

Leucade (Grecia)

 

Henry Beston - La casa estrema. Un anno di vita sulla grande spiaggia di Cape Cod, Ponte alle Grazie, 2018

Pubblicato nel 1928, il libro dello scrittore e naturalista Henry Beston è oggi considerato un classico della letteratura naturalistica americana.
Sulle dune sabbiose di Cape Cod, in Massachusetts, l’autore fa costruire un piccolo cottage con dieci finestre, affacciato sull’oceano, simile alla prua di una nave e per questo denominato Fo’ Castle, castello di prua. Il libro è insieme cronaca, osservazione e riflessione di questo soggiorno estremo e solitario immerso nella natura.

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Francisco Coloane - I conquistatori dell’Antartide, Guanda, 2020 

La punta estrema della terra cilena, dove “la lotta tra i due oceani è titanica”, è lo scenario di un’avventurosa spedizione verso le lontane terre dell’Antartide. Un mattino di novembre, Manuel Silva, chiamato “Capo Bianco” dagli indios yagan, il fratello Alejandro Silva, radiooperatore, il sergente Ulloa e l’indio Felix salpano dal “Paradiso delle Lontre”, a bordo dell’Agamaca, animati dal desiderio di esplorare il mondo alla fine del mondo. Il viaggio sarà una progressiva immersione in un paesaggio di acque insondabili, di terre desolate, scoprendo “gli straordinari esemplari della fauna che popola quella regione” e “l’infinita vastità di quell’orizzonte senza limiti”.

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Amitav Ghosh - Il paese delle maree, Neri Pozza, 2005

L’arcipelago delle foreste Sundarbans si estende fra il mare e le pianure del Bengala, ai confini tra India e Bangladesh, dove i grandi fiumi asiatici Gange, Brahmaputra e Meghna sfociano creando un fitto reticolo di corsi d’acqua e un’immensa zona paludosa. Con la sua vasta foresta di mangrovie e le specie di animali protetti che la abitano, la regione costituisce un ricco ma delicato ecosistema, minacciato da maree e da cicloni tropicali, dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e dagli interventi umani. In questa terra di confine tra fiume e oceano, terra e mare, si intrecciano le vicende dei protagonisti: una biologa marina arrivata dagli Stati Uniti per un progetto di ricerca sui delfini, il suo traduttore e un pescatore del luogo che guida l’imbarcazione lungo i canali e tra le isole, sulla tracce dei cetacei.

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Ian McGuire - Le acque del Nord, Einaudi, 2018

1859, le gelide e oscure acque della baia di Baffin, tra il Canada e la Groenlandia, sono il teatro in cui si consuma il cruento e sanguinoso viaggio della baleniera Volunteer, salpata dal porto di Hull verso la polinia North Water, rifugio dei grandi mammiferi. Tra gli individui ambigui e misteriosi che compongono l’equipaggio, spiccano il capitano Brownlee, l’arpioniere Henry Drax e il dottor Patrick Summer, ognuno macchiato da indicibili segreti. L’aria glaciale e marina avvolge la spedizione di caccia, inabissandola inesorabilmente in un’atmosfera noir, dove le profondità tenebrose e impenetrabili delle acque del nord si rivelano specchio degli abissi più occulti e spietati dell’animo umano.
Nel 2021 è stata tratta la miniserie televisiva The North Water, creata da Andrew Haigh.

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Jules Michelet - Il mare, Elliot, 2019

Opera scritta nel 1860 e che tutt'oggi rappresenta un grande classico sul tema, a metà tra un romanzo e un’opera divulgativa, pienamente inserita nella visione del mondo dell’epoca. Diverse e insolite le prospettive proposte, da quella naturalistica attraverso l’oceanografia e l’evoluzionismo, all’idroterapia e alla storia della navigazione. I titoli dei singoli capitoli sono sempre fortemente evocativi ed espressione dell’elemento poetico dell’opera (solo alcuni esempi: Il mare di latte, Crostacei. La guerra e l’intrigo) e come ha sottolineato Antonio Tabucchi nell’introduzione al volume “Il mare, prima di tutto, è un libro superbo. Ha una magniloquenza grandiosa, un registro stilistico sintonizzato sulla solennità dell’elemento di cui parla.

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Kaho Nashiki - Le bugie del mare, Feltrinelli, 2021

Akino, giovane studioso di geografia antropica, approda sulla piccola isola di  Osojima nel Giappone meridionale per svolgere ricerche sul campo. Dei gravi lutti hanno condizionato la sua esistenza ma l’incontro con una natura incontaminata che si mostra ai suoi occhi attenti di studioso sarà l’inizio di un percorso di ricerca e scoperta esistenziale. La felci arborescenti, i leoni marini, i capricorni giapponesi, le tante specie di uccelli costituiscono una sorta di paradiso perduto a cui farà ritorno, molti anni dopo, per un bilancio sulla propria vita. “Un’isola è come un bonsai: era stata la mia prima impressione fin dall’inizio del soggiorno a Osojima. Di certo non perché abbia qualcosa di artificiale, bensì perché straborda di un’energia vitale che non cessa mai di esplodere.

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Francesco Ongaro - Memorie di un cartografo veneziano, Corbaccio, 2009

L’Europa della prima metà del XVI secolo, animata dal desiderio di oltrepassare i confini del mondo conosciuto, è lo sfondo di questa biografia romanzata sul navigatore veneziano Sebastiano Caboto. Nato a Venezia nel 1484, successivamente, con la famiglia si trasferisce a Bristol, dove perfeziona la sua tecnica di cartografo e viene iniziato alla navigazione. La voce in prima persona ripercorre la vicenda di un personaggio affascinato dalla terra, tanto da dedicare la sua vita ad esplorarla e all’arte di disegnarla. Si tratta anche di una storia di coraggio, dove la sete di conoscenza spinge a sfidare l’ignoto, intraprendendo rischiosi viaggi oltreoceano in un tempo in cui molto della terra era ancora sconosciuto.

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Allard Schröder - L’idrografo, Iperborea, 2006

Nell’aprile del 1913 il conte Franz von Karsch-Kurwitz, erede di una ricca famiglia della Pomerania, decide precipitosamente di imbarcarsi sul Possen, un quattro alberi salpato da Amburgo con destinazione Valparaiso. Contro ogni aspettativa, il giovane conte ha scelto di esercitare la professione di idrografo, affascinato da quello stesso mare che da bambino lo aveva guarito da una misteriosa malattia. Il viaggio sarà l’occasione per studiare e conoscere i segreti marini, scovare la legge che regola l’inarrestabile moto delle onde per riassumerla in una formula matematica, ma anche e soprattutto una fuga da se stesso. “Socchiudendo gli occhi Karsch perlustrò il mare, come se in quella distesa d’acqua potesse trovare un appiglio contro la propria insicurezza, un segno che non doveva arrendersi, perché un giorno sarebbe stato in grado di leggere come un libro aperto i segreti dei suoi abissi. Ma non vide niente.

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Morten A. Strøksnes - Il libro del mare o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare, Iperborea, 2017

La storia vera di due amici, l’autore e l’artista e pescatore Hugo, che intraprendono l’audace avventura di cacciare uno squalo della Groenlandia, a bordo di un gommone, nelle acque del Vestfjorden, tra il Nord della Norvegia e le isole Lofoten. La narrazione intreccia il racconto della battuta di caccia sia a riflessioni ed esperienze personali sia alla divulgazione di spunti storici, culturali e scientifici. Tra le innumerevoli curiosità marine disseminate lungo tutto il racconto, la leggenda del predatore degli abissi simboleggia, metaforicamente, anche l’ancestrale paura dell’ignoto. “Ma in che idiozia di missione assassina ci siamo imbarcati? [...] sarà per soddisfare la nostra curiosità? Per confrontarci con le nostre paure? Per un istinto di caccia che ci spinge a uccidere la preda più grossa a cui possiamo ambire?

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