In Italia le prime tracce dell’orso gigante “dal muso corto”

Un gruppo di ricerca guidato dai paleontologi della Sapienza Università di Roma ha scoperto nei pressi della cittadina di Collepardo, in provincia di Frosinone, i primi fossili italiani di Agriotherium, un orso enorme vissuto nel Pliocene, più di 3 milioni di anni fa.
 
Agriotherium, l’orso gigante “dal muso corto” (in inglese short-faced bear), viveva anche in Italia. A testimoniarlo sono infatti i fossili di un esemplare di questo urside rinvenuti per la prima volta a Collepardo, in provincia di Frosinone. Gli autori del ritrovamento, tra cui anche Italo Biddittu, scopritore del famoso “cranio di Ceprano”, sono un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra e del Polo museale della Sapienza Università di Roma, che hanno lavorato in collaborazione con l’Istituto di Geologia ambientale e Geoingegneria del CNR e l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana. Il loro studio è stato appena pubblicato su Italian Journal of Geosciences.
 
Agriotherium è uno dei mammiferi carnivori più grandi che siano vissuti nel nostro Pianeta e i ritrovamenti in Europa di questo urside sono molto rari, costituiti in tutto da circa 4/5 esemplari, rappresentati per lo più da denti isolati e da mandibole incomplete.
 
Il fossile in 3D
Il fossile scoperto - una porzione di mandibola - era inglobato in un blocco di travertino insieme alle ossa di altri animali. Dawid Iurino, paleontologo della Sapienza, ha “estratto” il reperto in digitale ricorrendo alla tomografia computerizzata (TAC) per studiarlo nel dettaglio senza rischiare di danneggiarlo. La scansione del fossile è stata ottenuta grazie alla collaborazione con il radiologo Massimiliano Danti dell’Ospedale Vannini di Roma che ha messo a disposizione la sua esperienza e gli strumenti. Il reperto è oggi conservato nel laboratorio PaleoFactory del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza.
 
Inoltre, riesaminando i resti dei grandi mammiferi scoperti negli anni Ottanta e ora conservati presso l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, gli studiosi hanno individuato anche un’ulna destra, riconducibile sempre ad Agriotherium.
 
Agriotherium era un orso enorme, lungo oltre 2,5 metri e pesante circa 900 kg, che si adattava facilmente a tutti i tipi di ambiente e che - come dimostra lo studio dei denti - era onnivoro e si cibava anche di grandi prede e di carcasse”, commenta Raffaele Sardella, responsabile del laboratorio PaleoFactory. “Questo grande mammifero si è estinto circa 2,6 milioni di anni fa, a causa dei profondi mutamenti climatici e ambientali che hanno caratterizzato il passaggio dal Pliocene al Pleistocene, cui Agriotherium non è riuscito ad adattarsi e dunque a sopravvivere”.
 
Lo studio del blocco di travertino, contenente la porzione di mandibola di Agriotherium, ha permesso inoltre di operare considerazioni di natura paleoambientale grazie alla collaborazione con i ricercatori dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del CNR (CNR-IGAG) Mauro Brilli, Francesca Giustini e Ilaria Mazzini. È stata evidenziata l'evoluzione da un ambiente di acque dolci semiconfinate soggette a forte evaporazione ad un ambiente progressivamente più aperto caratterizzato da elevata umidità, individuando quindi il passaggio da un clima caldo ad un clima temperato umido. 
 
Collepardo, un sito più antico
Grazie a questo rinvenimento è stato possibile dare una nuova datazione al sito di Collepardo, ora attribuibile al Pliocene con un’età di circa 3 milioni di anni, più vecchio di oltre mezzo milione di anni rispetto alla precedente datazione di circa 2,5 milioni di anni.
 
“La scoperta è importante non solo perché ci ha permesso di segnalare la presenza di questo grande carnivoro in Italia, ampliando le conoscenze sulla sua distribuzione paleogeografica, ma anche perché ci ha consentito di retrodatare il sito, più antico di quanto si ritenesse in precedenza”, conclude Luca Bellucci, del Polo museale Sapienza. “Il reperto è stato anche stampato in 3D nelle Officine Museali del Polo museale pronto per essere esposto e ammirato da tutti.” 
 
Riferimenti
First occurrence of the short-faced bear Agriotherium (Ursidae, Carnivora) in Italy: biochronological and palaeoenvironmental implications
Luca Bellucci, Italo Biddittu, Mauro Brilli, Jacopo Conti, Marco Germani, Francesca Giustini, Dawid Adam Iurino, Ilaria Mazzini & Raffaele Sardella
Italian Journal of Geosciences - https://doi.org/10.3301/IJG.2018.31
 
Info
Luca Bellucci
Polo museale Sapienza
T (+39) 06 49694318
 
Raffele Sardella
Dipartimento di Scienze della Terra
T (+39) 06 49914159
In Italia le prime tracce dell’orso gigante “dal muso corto”
Lunedì, 24 Settembre, 2018

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